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Progetto Un ospedale AD arte

AD: acronimo di Alzeheimer diseas… Alzheimer basta per mandare nel panico chiunque…

In Italia l’Alzheimer colpisce circa il 5% delle persone sopra i 65 anni, soprattutto le donne e le persone poco scolarizzate. La statistica epidemiologica ci dice che in Italia i dementi sono oltre mezzo milione di persone!!!

L’Alzheimer è una malattia sociale

L’esperienza clinica ci dice che l’Alzheimer è una malattia sociale perché chi assiste i malati 24 ore su 24, in genere i soli familiari più cari, è sottoposto ad uno stress enorme… per tutto il tempo della degenerazione… in genere molti anni… perché chi sta giorno e notte con un malato di Alzheimer poi non sa più che fare… e quando ha una buona idea non sa come… fare…

Le fasi iniziali dell’Alzheimer

Sempre l’esperienza clinica ci dice che nelle fasi iniziali della malattia, quando le capacità di apprendere sono ancora parzialmente conservate, si possono attuare interventi riabilitativi per mantenere le capacità cognitivo comportamentali, con risultati riscontrabili anche se non duraturi.

Ci dice che per pudore nel dolore, paura, vergogna, sovrastrutture culturali, scarsa organizzazione, deficit assistenziali… perdiamo un sacco di tempo prezioso… ad inseguire e desiderare una pillola magica… che ancora non c’è…

Il progetto Un ospedale AD arte

Un ospedale AD arte è un progetto in start-up in collaborazione con l’ Unità Operativa di Valutazione dell’Alzheimer dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Cardarelli di Napoli.

Diminuire lo stress ed aumentare il benessere

NOI vogliamo cambiare la strategia di cura…
NOI vogliamo realizzare anche per i malati di Alzheimer ed i loro familiari-assistenti, che gli inglesi chiamano Care-Giver un nuovo modello di presa in carico e, man mano che avanza il decadimento cognitivo, l’obiettivo centrale della cura non sarà più identificato con il miglioramento delle performance funzionali, ma con la diminuzione dello stress e l’aumento del benessere, secondo un modello definito protesico.

Per ottenere ciò agiremo sulla dimensione emotivo-relazionale.
Per la prima volta promuoveremo un lavoro di rete tra le realtà assistenziali del volontariato e i servizi sanitari affinché sia possibile ridurre il peso che grava sull’assistenza socio-sanitaria pubblica e sulle famiglie delle persone malate attraverso l’integrazione dell’approccio clinico tradizionale con una visione diversa, più ampia e più vera della cura intervenendo anche sulle conseguenze psichiche, fisiche e sociali della demenza.

Il decadimento cognitivo nelle Demenze non può essere bloccato ma molto si può fare per migliorare il benessere psicologico degli individui che ne sono affetti.

Alzheimer, lavorare sulle emozioni

Solitamente l’intervento medico agisce esclusivamente nell’ambito della sfera neurologico-cognitiva. Per questo noi Intendiamo mettere in atto interventi diretti a stimolare l’interesse, il colloquio, l’interazione dei pazienti per rafforzare le capacità residuali emotive e relazionali dei pazienti.

Le funzioni emozionali sono infatti risparmiate a lungo nel decorso della malattia e il lavoro sulle emozioni può da un lato incoraggiare la comunicazione e quindi l’interazione sociale, dall’altro la possibilità di esprimere le emozioni, aumenta la fiducia del paziente in se stesso, migliorandone il tono dell’umore.

Tali aspetti hanno poi una ricaduta positiva sul benessere psicologico del paziente e sulla qualità della sua vita e di conseguenza dei caregivers.

Un ospedale AD arte: Azione principale

– Si terrà presso l’ospedale Cardarelli un intervento arte-terapico consistente in un ciclo di 8 incontri individuali per ogni paziente in cui un neuropsicologo e un artista opportunamente formati, sottoporranno i pazienti alla visione di alcune stampe d’arte accuratamente selezionate e opereranno insieme un lavoro psicologico fondato sulla proprietà intrinseca dell’arte di suscitare emozioni in risonanza con la rappresentazione.

– I caregivers dei pazienti riceveranno un intervento di counselling e sostegno psicologico individuale, e saranno coinvolti nel momento finale di gruppo dell’intervento arte-terapico.

Un ospedale AD arte: Obiettivo principale

Lo scopo dell’azione principale del nostro progetto è quello di affiancare alla terapia medica tradizionale un intervento di arte-terapia volto a migliorare il benessere psicologico e la qualità della vita dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer e decadimento cognitivo lieve (MCI) e dei loro caregivers.

Un ospedale AD arte: Obiettivi specifici

La visione guidata di quadri d’arte contemporanea attiverebbe un processo stimolazione emotiva che aiuta il paziente ad entrare in contatto, elaborare ed esprimere le proprie emozioni con conseguente innalzamento del tono dell’umore, del livello di autostima ed un miglioramento della gestione di dinamiche ansioso-depressive).

La visione guidata inoltre sollecita il dialogo con l’effetto di potenziare-preservare le capacità comunicative e l’interazione sociale con i membri del gruppo del laboratorio d’arte e gli operatori prevenendo così il frequente ritiro sociale che si osserva in questi pazienti;

il counseling familiare contribuisce a diminuire lo stress dei caregivers offrendo loro la possibilità di lavorare sul dolore e di potenziare le capacità di adattamento alla malattia del familiare e dei cambiamenti di vita ad essa collegati.

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